Storie ticinesi e testimonianze di padri divorziati

Bene, a mali estremi, estremi rimedi! Il sistema ticinese mi vuole rendere povero? Che lo faccia, ma che si assuma in seguito pure le conseguenze di questo suo modo di agire. Io da quando lavoro non ho mai potuto condurre una vita tanto diversa da quella definita dalle autorità cantonali come “povera” (per quanto in Svizzera questa definizione sia molto meno grave che non in tanti altri paesi), quindi non mi preoccupo affatto. Da quel che mi ricordo, da quando ho iniziato a lavorare, ho sempre dovuto “tirarla” a fine mese, ma finora non ho mai avuto problemi di precetti esecutivi o altro. Ho sempre cercato delle soluzioni per pagare tutto, questo spesso a scapito del mio tenore di vita. Se il canton Ticino vuole che io viva con il “minimo vitale”, accetterò anche questo, ma che non venga a chiedermi qualcosa di più o in cambio!

Giunti a questo punto mi sembra doveroso valutare come si presenterebbe lo scenario futuro che il canton Ticino mi riserva. Come già detto non temo di ritrovarmi in una situazione di indigenza “programmata” da chi crede di potermi imporre le proprie scelte in modo molto egoistico.

Immaginiamo un po’ chi ci perderebbe nel caso io dovessi “tirare a campare” con il “minimo vitale”:

  • se non potessi continuare a rimborsare la “borsa” di studio, questa andrebbe a carico del canton Ticino
  • se non avessi più la possibilità di pagare le tasse, l’ammanco sarebbe a carico del canton Ticino
  • se non riuscissi neppure più a pagare la cassa malati, anche questa sarebbe a carico del canton Ticino (dal 2012 la legge prevede che sia il cantone a dover versale l’85% dei premi impagati)
  • se non potessi più pagare gli alimenti per nostra figlia l’ufficio per l’anticipo alimenti li anticiperebbe (limitatamente a 700.-/mese per 60 mesi), e pure questi andrebbero a carico del canton Ticino .
    Perché il cantone ritiene sufficienti 700.-/mese? Forse perché quando è il cantone a pagare applica delle “Tabelle ticinesi segrete”? Già, perché 700.- mensili + 200.- di assegno familiare fanno 900.-/mese, quindi il 150% del minimo vitale per un figlio. Perché non rendiamo ufficiale questo metodo di calcolo? Perché il canton Ticino applica la legge secondo il detto “due pesi e due misure”?
  • se io dovessi cadere in povertà totale e non dovessi più essere in grado di provvedere al mio proprio sostentamento e dovessi ricorrere all’assistenza pubblica, anche questa spesa sarebbe a carico del canton Ticino

La cosa più assurda in assoluto però sarebbe che a subire le conseguenze della decisione del canton Ticino (per mano del pretore avv. Francesco Bertini, istigato nel suo compito da mia ex moglie e dalla sua avvocatessa) sarebbe solo e unicamente nostra figlia, che sì a quel momento si potrà sì definire una “povera piccola”, vittima dell’egoismo di chi? Di chi non ha saputo pazientare ma ha voluto tutto e subito (secondo il detto: -“Chi troppo vuole nulla stringe”). Un giorno però forse capirà anche lei come sono andate veramente le cose e ringrazierà  chi avrà rovinato la sua vita (e pure quella di suo padre, accanendosi contro di lui) e se lo dovesse fare non sarebbe neppure la prima a farlo!

Figlia mia, sei intelligente, usa il cervello e valuta tu come stanno le cose! Tu sola puoi sapere come vivono veramente i tuoi genitori, quali sono le cose importanti per tua madre e quali invece sono i valori  importanti per tuo padre. Non voglio importi nulla, desidero soltanto il tuo bene. Valuta tu cosa è importante per te e quale filosofia di vita vorrai seguire.

Cari giudici e pretori del canton Ticino, prima di applicare ciecamente la legge e la giurisprudenza ticinese nelle vostre sentenze e decisioni assurde (la giurisprudenza è per definizione qualcosa di modificabile*), pensate alle conseguenze che queste hanno sui singoli, sulla comunità e non da ultimo sulle finanze cantonali. Da quel che mi risulta fra coloro che sono al beneficio di prestazioni assistenziali in Ticino ci sono molti padri divorziati. Che sia un caso? Non credo, io direi che sia un segno che qualcosa non funziona come dovrebbe. Minando la sopravvivenza dei padri separati, visto l’attuale alto tasso di divorzi, minate direttamente alla base l’intero sistema economico ticinese. Per favore pensate alle conseguenze intrinseche che il vostro modo di agire porta con sé! Con le vostre sentenze e decisioni state mettendo in serio pericolo le famiglie ticinesi e le finanze cantonali!

Inoltre non ritengo per nulla giusto che la comunità ticinese (leggi: i contribuenti) debba accollarsi i costi derivanti da un modo di agire -della “giustizia” ticinese- completamente assurdo. Vorrei ricordare che il gratuito patrocinio, l’anticipo alimenti e le prestazioni assistenziali nonché la mancanza di entrate (p.es. i soldi della “borsa” di studio, quelli delle tasse o quelli pagati per i premi di cassa malati) sono sempre e comunque a carico dei contribuenti!

Io ovviamente non sono d’accordo di accettare una sentenza che mi condanna -ingiustamente- a dover pagare una pensione alimentare determinata facendo riferimento a delle tabelle che definiscono quanto costa un figlio in una città come Zurigo. In Canton Ticino le cose sono diverse e non credo che debba stare a dimostrarlo. Chiunque abbia varcato il Gottardo per andare a lavorare in Svizzera interna nella regione di Zurigo ha potuto constatare come là sia i redditi che le spese siano maggiori che in Ticino. Il problema sorge quando si vogliono prendere i parametri di Zurigo e imporli come “normali” in Ticino. Se ai genitori viene lasciato il minimo vitale, questo parametro dovrebbe essere preso in considerazione anche per calcolare quanto spetta ai figli.

Per evitare la situazione presentata qui sopra io una proposta di soluzione l’avrei: decidiamo semplicemente che nostra figlia possa vivere per il 50% presso la madre e per l’altro 50% presso il padre e molto semplicemente ognuno paga le proprie spese. L’assegno figli basta da solo a coprire la spesa fissa della cassa malati. Per le spese straordinarie (salute, formazione o altro) si contribuisce in ragione di 1/2. In caso di disaccordo riguardante le scelte importanti (tipicamente il frequentare una scuola privata o interventi facoltativi), se la decisione è presa unilateralmente da parte di uno dei genitori senza l’accordo dell’altro, sarà colui che ha preso la decisione a doverne sopportare le conseguenze finanziarie.

Io sono naturalmente d’accordo di pagare al 50% le spese per nostra figlia, ma sono fermamente contrario a “buttare dalla finestra” dei soldi che non ho. Non vedo perché la mia ex debba ricevere per nostra figlia “per legge” una quantità di soldi spropositata per la realtà cantonale ticinese. Il fatto di vivere al di sopra delle proprie capacità finanziarie pensando che comunque c’è sempre qualcuno che pagherà non è di sicuro educativo per nostra figlia; permetterle di vivere nel lusso e istigarla a vivere in modo consumistico non le fa di sicuro bene. Questo soprattutto quando in realtà di soldi non ce ne sono mai stati, ma si vorrebbero ottenerli condannando il padre all’indigenza!

* Da wikipedia: “(…) Si deve inoltre riconoscere all’elaborazione giurisprudenziale il merito di aver creato concezioni nuove che rispondono alle mutevoli esigenze che contraddistinguono il nostro tempo.

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