Storie ticinesi e testimonianze di padri divorziati

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Capitolo 10 – Schiavi moderni

Visto che, come descritto nel capitolo precedente, ho constatato personalmente che lo stato decide pure su come noi dobbiamo spendere i “nostri” soldi (vi ricordate i soldi che mio padre ricevette dall’assicurazione vita?), vorrei aprire una parentesi sui cosiddetti “schiavi moderni”.

Credete ancora di essere liberi di fare dei vostri soldi quello che volete? Vi sbagliate di grosso; lo stato vi incita a fare delle scelte che poi in futuro vi si ritorceranno contro. Credete di farle voi spontaneamente, ma in realtà sono scelte “pilotate” dal sistema. In pratica vi ritroverete “schiavi del sistema” senza neppure accorgervi, ma soprattutto “per colpa vostra”. Questo affinché lo stato possa “tenervi per le palle” e approfittare di voi “fino alla morte” (e a volte anche dopo)!

Mio padre e mia madre lavorano ancora oggi 7 giorni su 7, alzandosi alle 5 tutte le mattine e rientrando alle 20 tutte le sere. Sebbene entrambi siano da anni pensionati, non riescono a smettere di lavorare perché quello che l’AVS versa loro tutti i mesi non basterebbe neppure per pagare tutte le tasse e i balzelli vari che il cantone ci impone. Vi assicuro che i miei genitori non sono un caso isolato. Provate a chiedere agli anziani che vivono attorno a voi e che hanno lavorato per una vita intera se riescono a vivere con i soldi che lo stato versa loro. Però il cantone propone agli anziani una soluzione: le prestazioni d’aiuto complementari cantonali. Anche avendone diritto una persona sola arriverebbe al massimo a 1’587.50/mese mentre i coniugi avrebbero 2’381.25/mese (per entrambi, quindi poco più di 1’190.- a testa), quindi c’è poco da stare allegri! Questo documento cantonale ci informa al riguardo: “Prestazioni complementari cantonali (PC) alle rendite AVS e AI“.

Altro esempio: la cassa malati. Il Ticino è uno fra i cantoni più cari in questo ambito, ma per i “meno abbienti” c’è la soluzione cantonale: il sussidio (in pratica a qualcuno viene pagata parte del premio grazie a quanto incassato dalle tasse, pagate da “tutti”)!

Purtroppo i miei genitori hanno voluto credere al modello proposto loro dallo stato negli anni del grande boom economico (i famosi anni ’60 e ’70 del secolo scorso) e in effetti hanno lavorato una vita intera per trovarsi nel famoso e tanto decantato “ceto medio”. Vivono in casa di proprietà (della banca, visto che è ipotecata), e questo fa sì che ai sensi della legge sono considerati “ricchi”… quindi, per usare un’espressione elvetica, delle ottime “vacche svizzere da mungere”!

I miei genitori fanno ancora parte di quella generazione che si è sposata per amore e che nonostante i mille problemi quotidiani hanno combattuto e combattono uniti (a volte, come in tutte le coppie, con qualche screzio) e sono ancora, dopo quasi 50 anni, sposati. A causa di questo fatto lo stato versa loro solamente una rendita… e mezza! Proprio perché sono sposati.

Ma il matrimonio cos’è? Tento di dare una risposta: è quella cosa che ti rovina a vita… se divorzi finisci sul lastrico subito, se resti insieme ti trovi rovinato al momento del pensionamento!
Gente, a queste condizioni non sposatevi più!

Essi in pratica dovrebbero vivere (entrambi) con poche centinaia di franchi in più di quelli che il nostro cantone dice “necessari” a mia figlia secondo le mitiche “Tabelle di Zurigo”! E loro hanno l’assicurazione cassa malati che costa molto più cara di quella di mia figlia e ne devono pure pagare due visto che sono due persone e non una… e mezzo! Per recarsi al lavoro hanno l’auto, visto che dove abitano i trasporti pubblici il mattino presto e la sera sono inesistenti, e pure quello incide sul loro già magro budget. Inoltre loro, contrariamente a mia figlia, devono pure pagare le tasse con l’importo che l’AVS ritiene sufficiente per una coppia! Però i contributi hanno dovuto pagarli entrambi “pieni” (non una volta e mezza) e per una vita intera, con il miraggio di poterne un giorno usufruire. Il potere d’acquisto in questi ultimi 40 anni è sceso di parecchio, tanto che quella rendita che ai tempi era presentata come buona, oggi non permette più di vivere degnamente.

Un articolo che spiega bene la situazione attuale è stato scritto su un blog che ho già citato, quello di José Ortiga: “PIL fasullo”.

Visto che poi hanno “la sfiga” di abitare in casa di proprietà, oltre a dover pagare l’ipoteca (ok, gli interessi possono dedurli dalle imposte – l’ammortamento però no) viene calcolato loro anche il “valore locativo” e questo viene sommato a quanto percepiscono dall’AVS nel calcolo della loro tassazione… in pratica sono “ricchi” schiavi del sistema; schiavi moderni, perché oggi, a 70 anni lui e 66 lei, devono ancora lavorare per oltre 12 ore al giorno per dare allo stato “padrone” ben più della storica “decima”! Lo stato li spreme come limoni imponendo loro tasse e balzelli vari solo perché fanno parte di quella famosa categoria di cui parlavo prima. Essendo sempre stati onesti e avendo sempre dichiarato tutto fino all’ultimo centesimo sono ancor più penalizzati da uno stato che di base tratta i contribuenti indipendenti come evasori fiscali “aggiustando” le cifre come meglio loro aggrada “secondo gli elementi noti all’autorità fiscale…”, e questo nonostante siano tenuti per legge a tenere una contabilità. Che sia forse perché lo stato “ladro” pensi che tutti agiscano come lui agisce?

Chiamatela come volete, ma la “giustizia ticinese” è profondamente ingiusta e assurda: un pensionato ha il dovere di vivere con meno soldi di quelli che sono ritenuti “il fabbisogno” di un’adolescente!

Vi siete mai chiesti il perché? Posso azzardare una risposta anche a questo: forse perché se è lo stato a dover pagare, deve minimizzare l’uscita, mentre se a pagare è il contribuente allora lo stato deve massimizzare l’entrata. In pratica il contribuente (il cittadino del famoso “ceto medio”) è da “mungere” sempre e comunque! Già, perché il cittadino benestante ha la possibilità di usare quegli stratagemmi messi a sua disposizione dalla legge per pagare meno di quello che dovrebbe mentre a mantenere quello povero (da ovunque egli provenga) ci pensa lo stato stesso, dandogli i soldi “rubati” a quei cittadini che fanno parte del “ceto medio” e che pagano sempre e per tutti (e se qualcuno di questi volesse ribellarsi al sistema, la legge avrebbe pronti gli strumenti legali per punirlo).

Che il sistema si sia ispirato al leggendario racconto di “Robin Hood”, il famoso personaggio che rubava ai ricchi per dare ai poveri? Solo ispirato, non copiato fedelmente, perché nella leggenda originale l’eroe rubava ai veri ricchi!

Capitolo 7 – Soldi, soldi, soldi…

Come sapete se avete letto i capitoli precedenti, nel 2009 stavo attuando quella strategia finanziaria che mi avrebbe portato dapprima a stabilizzare e poi forse anche a risolvere (almeno in parte) i miei problemi finanziari. Il mio scopo era quello di giungere in 5 anni a una situazione finanziaria per me sostenibile, questo per riuscire finalmente a vivere normalmente e a sostenere, anche finanziariamente, le scelte di formazione di nostra figlia. Lavoravo e pagavo tutto quello che potevo per rimborsare i debiti, concedendomi ben poco oltre al minimo indispensabile.

Al fine di pagare meno tasse, di potermi garantire un pensionamento adeguato e per poter finalmente rimborsare i debiti, immaginai una strategia “lenta ma sicura” che mi avrebbe portato a “salvar capra e cavoli”. Vi ricordo che prima lavoravo quale indipendente e poi tornai a studiare, quindi non avevo alcuna cassa pensione né risparmi su di un III° pilastro!

Spiegai la mia idea all’amico che già in passato mi aveva aiutato e gli chiesi nuovamente un prestito per poterla attuare. Mi disse che di me si fidava e che mi avrebbe nuovamente aiutato; oggi voglio ringraziarlo per la sua grande disponibilità nei miei confronti. A dicembre 2009 mi prestò Fr. 4’000.- che, aggiunti alla tredicesima e a parte dello stipendio di dicembre 2009, rappresentavano ca. Fr. 12’000.-. Li versai subito sul II° pilastro (cassa pensione) e su un conto III° pilastro aperto per l’occasione, questo per aver la possibilità, nell’anno seguente, di dover pagare meno tasse. Senza questo accorgimento avrei dovuto versare oltre Fr. 6’000.- di tasse l’anno successivo; grazie a questo accorgimento invece ne pagai solamente 2’500.-.

Per coloro ai quali questo tipo di strategia non è chiara, riporto qualche calcolo per chiarire il sistema da me immaginato:

Con contributi alla previdenza personale:
Entrata mensile: 5’500.-. Spese mensili (tirandola): 4’000.-. Rimanente: 1’500.-.
In 2 anni (24 mesi): 36’000.-. 2 tredicesime: 11’000.-. Totale disponibile: 47’000.-.
Spese extra per la manovra: 15’500.-*.
Importo utilizzabile per rimborsare i debiti: 27’500.-** (+ 12’000.- in previdenza).
Tasse pagate: 8’500.- (2’500.- + 6’000.-).

* di cui 12’000.- (inizialmente) + 3’500.- (conguaglio tasse alla fine dei 2 anni)
** 31’500.- – 4’000.- da ridare all’amico

Senza contributi alla previdenza personale:
Entrata mensile: 5’500.-. Spese mensili (tirandola): 4’300.-* . Rimanente: 1’200.-.
In 2 anni (24 mesi): 28’800.-. 2 tredicesime: 11’000.-. Totale disponibile: 39’800.-.
Importo utilizzabile per rimborsare i debiti: 39’800.- (+ 0.- in previdenza).
Tasse pagate: 12’000.- (6’000.- + 6’000.-).

* ci sono ca. 300.-/mese di tasse in più da pagare!

Come potete vedere questa manovra, anche se attuata una sola volta, mi avrebbe permesso di risparmiare 3’500.- di tasse e di accumulare 12’000.- in previdenza per la vecchiaia, rimborsando comunque Fr. 27’500.- (debito con le carte di credito + 1/3 del prestito di studio) entro fine 2011 (in soli 2 anni)! Continuando con questo stratagemma per altri 3 anni, entro fine 2013 avrei potuto rimborsare tutto il prestito di studio (come richiestomi dal cantone) per poi poter nel 2014 rimborsare anche quello fattomi dall’amico. Tutto questo pagando le spese correnti e accumulando nel frattempo anche qualche soldo per la vecchiaia (della vecchiaia ne parlerò in un prossimo capitolo).

Per essere efficace questo tipo di strategia dovrebbe essere attuata su più anni consecutivi, ma per i motivi che vedrete nei prossimi capitoli ho dovuto abbandonarla dopo il primo anno. Peccato, se mia ex moglie non avesse deciso di farsi aiutare dalla legge ticinese per distruggermi, probabilmente a quest’ora tutto starebbe andando nel migliore dei modi e anche nostra figlia ne avrebbe potuto approfittare.

Investire una certa cifra nella previdenza personale permette di abbassare dello stesso importo l’imponibile della tassazione di quell’anno, quindi è una possibilità molto interessante a livello fiscale per abbassare l’importo delle imposte da pagare come pure per garantirsi una certa solidità finanziaria per la vecchiaia. Questa manovra è perfettamente legale e in teoria la possono fare tutti; in pratica però è possibile solo per chi ha uno stipendio abbastanza alto da poterselo permettere (constato ancora una volta che piove sempre sul bagnato)! Come potete vedere dalle cifre che ho riportato non è una cosa alla portata di tutti; in effetti per riuscire a farlo ho dovuto chiedere aiuto a un amico e “tirarla” parecchio!

Senza sacrifici non si ottiene nulla dice un proverbio, quindi al fine di poter risolvere i miei problemi finanziari ero disposto a rinunciare a quasi tutto, mantenendo però una vita dignitosa. Nel prossimo capitolo vi svelerò alcune delle tante strategie da me adottate per limitare al massimo le spese e continuare a vivere “come se nulla fosse”.